A “STASERA ITALIA SPECIALE CORONAVIRUS” IN DIRETTA SU RETEQUATTRO L’ASSESSORE AL WELFARE DELLA REGIONE LOMBARDIA GIULIO GALLERA
“La buona notizia è che il paziente 1 è stato stubato ed è uscito dalla terapia intensiva. Sta molto meglio, è assistito da una mascherina della respirazione ed è in via di guarigione. Quindi, dal Coronavirus si guarisce, anche le persone che sono rimaste colpite in maniera più forte stanno guarendo. Quindi la buona notizia è che c’è un letto in più a disposizione”. Queste le parole dell’Assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera in diretta a “Stasera Italia Speciale Coronavirus” su Retequattro.
In merito agli audio del personale medico che girano e che dicono che non assistono gli over 60, l’Assessore Giulio Gallera ha risposto: “Purtroppo su internet gira di tutto e di più e la maggior parte delle volte sono fake news. Il sistema è sotto una grande pressione, però la Regione Lombardia, e lo dico da chi coordina il lavoro di operatori straordinari, ( sia nelle unità di crisi che negli ospedali) abbiamo creato nell’arco di 10 giorni 223 posti di terapia intensiva in più e ne stiamo predisponendo altri 200 da qui ai prossimi 10 giorni proprio perché ogni giorno è una corsa tra i posti che noi creiamo e quanti vengono occupati dalle persone affette da Coronavirus ma in Lombardia vogliamo tuttii giorni dimostrare che siamo più forti noi del Coronavirus. È chiaro che questa battaglia la vinciamo non solo aprendo posti letto, che a un certo punto non riusciremo più ad aprire, chiaramente, ma se i nostri concittadini riusciranno ad adottare comportamenti virtuosi rimanendo a casa, evitando di contagiare e di essere contagiati. Il virus lo sconfiggiamo se riusciamo a ridurre la circolazione, se riusciamo a evitare che vada a infettare le persone”.
Infine Gallera, riguardo alla notizia che recentemente siano stati ricoverati anche giovani dai 20 ai 30 anni ha spiegato: “Noi abbiamo l’8%di persone sotto i 49 anni e abbiamo il 22% di persone tra 50 e 65 anni e il 33% tra i 65 e 74 anni. Ad oggi le persone decedute hanno tutte più di 78 o 80 anni con un quadro clinico compromesso, però finora alle persone più giovani (50/60 anni) siamo riusciti a fornire le terapie intensive, quindi rimangono intubati gli si getta l’ossigeno nei polmoni e pian pianino riescono a recuperare perché hanno un fisico forte”.