Avete mai pensato a quanto ogni nostra singola azione sia scandita dal tempo? E non mi riferisco al tempo dell’orologio…
Parlo di un’altra dimensione… Penso a quella presenza che incornicia i nostri stati d’animo, e le attese, e scandisce il nostro mondo emotivo.
Talvolta è il nostro più prezioso amico.
E’ un balsamo che affievolisce le ferite che bruciano.
E’ un alleato che, talvolta, fa bene perché sfuma momenti difficili.
E’ tiranno, perché scorre, a volte troppo velocemente, a volte troppo lentamente.
E’nemico perché ci porta via l’illusione dell’eternità.
Non so a voi, ma a me è capitato di non trovarmi allineata con il tempo delle lancette. Mi sono, talvolta, sentita, nota stonata, su un pentagramma a me estraneo. Ed ho fatto fatica, tanta. Perché non sentire di percorrere il binario che l’età anagrafica impone è affare piuttosto complesso da gestire.
Come ho risolto? Con l’accettazione. Ho capito (grazie anche alla professione che svolgo), che un occhio sempre vigile deve prestare ascolto al dove siamo collocati. E non importa se non camminiamo a passo svelto, come molti si aspettano.
Prendiamo pause, e facciamo chiarezza sulla destinazione che ci siamo prefissati.
E’la nostra meta? E’il nostro momento? O sentiamo di essere nel posto sbagliato, al momento sbagliato?
Noi, e solo noi abbiamo la risposta. Non facciamoci stordire dalle aspettative altrui, soprattutto se sono quelle delle persone a noi più care. Troppo spesso siamo imbrigliati in giochi da fitte trame, in cui è difficile anche respirare.
Prendiamo tempo… Ascoltiamo noi stessi, ed anche a costo di grandi sacrifici, fermiamo la giostra, e scendiamo.
Ne va della nostra vita.
Perché una cosa è certa; abbiamo un biglietto, di sola andata, ed indietro non si torna.
E questa è la certezza delle lancette di un orologio che scorre. Inesorabilmente.
Pagina fb: dottoressa Manuela Morra, psicologa, sessuologa, psicoterapeuta