Mario Vespasiani
ESCHATOLOGY
opere monumentali sul mistero ultimo
Ha suscitato un grande interesse la mostra del giovane maestro Mario Vespasiani intitolata Eschatology – opere monumentali sul mistero ultimo a cura di Giuseppe Bacci, che si è aperta ieri sera al Museo Michetti di Francavilla al Mare.
Un progetto site specific dal forte impatto installativo-ambientale che vede esposti due inediti dipinti ad olio, di circa 10 metri di larghezza per 2 di altezza, realizzati appositamente per il luogo ed una tela disposta sul pavimento che sfiora i 20 metri di lunghezza. Opere che si relazionano non solo con l’imponenza dello spazio museale e con quei riferimenti allo spirituale presenti fin dagli esordi nella ricerca di Vespasiani, ma anche con le due splendide tele, analoghe per tema e dimensioni conservate al piano terra, realizzate da Francesco Paolo Michetti (Tocco da Casauria, 1851 – Francavilla al Mare, 1929) per l’Esposizione Universale di Parigi dell’anno 1900.
L’esito che ne deriva è stupefacente: non solamente per le misure delle tele, per quanto eccezionali, ma per il taglio cinematografico e per la pittura aurorale di sublimazione spirituale che avvolge lo spettatore, ampliandogli le percezioni emotive. Le due opere-installazione di grandissime dimensioni sono attuali non tanto per l’esito pittorico quanto per lo stato d’animo generato, che si colloca a trapasso della postmodernità. Sul palcoscenico di Vespasiani la scenografia sembra disegnata dalla fantasia di un mistico: il paesaggio appare ora lunare ora tibetano; il racconto passa da una rappresentazione antropologica ad una religiosità ancestrale, per approdare a soluzioni che non sono semplicemente pittoriche, ma intravvedono il tentativo di condurre lo spettatore ad ulteriore attraversamento.
Anche in questa esposizione Mario Vespasiani si conferma uomo-artista visionario, mostrando una ulteriore tappa che si innesta in un percorso ventennale di notevole complessità. La mostra va ben oltre i consueti e pur altissimi riferimenti chiamati in causa dal prestigio del luogo espositivo. Sul piano dei contenuti e dell’aspetto formale, il valore e l’attualità dell’evento sta nell’ardua scelta di approfondire il tema escatologico mediante l’uso originale e sapiente di simboli e metafore. In teologia e nelle religioni l’escatologia è una dottrina tesa a indagare il destino ultimo del singolo individuo, dell’intero genere umano e dell’universo. E in quanto legata alle aspettative fondamentali dell’uomo, influisce (o potrebbe farlo) sulla visione del mondo e sulla condotta quotidiana, Mario Vespasiani parte da questa riflessione per approfondire la personale indagine interiore in rapporto agli avvenimenti odierni e che le menti più sensibili riescono già ad intuire dai molteplici segnali che affiorano dall’osservazione del panorama mondiale.
Biografia
Mario Vespasiani (1978) è un artista visivo italiano.
Inaugura la prima mostra non ancora ventenne e ad oggi ha esposto su tutto il territorio nazionale, in gallerie, musei, luoghi di culto e in contesti inusuali. Nel corso del tempo la sua ricerca ha interessato anche studiosi di discipline che vanno dalla teologia all’astrofisica, dall’antropologia alla filosofia. Si esprime attraverso un alfabeto simbolico che si fonda sulle rivelazioni della mistica cristiana e sulla pratica alchemica della pittura. Attento osservatore delle leggi naturali e degli insegnamenti della sapienza orientale, il suo lavoro va inteso come continuazione dell’opera creativa universale, da cui cogliere il sentimento spirituale. Espone giovanissimo ai Musei Capitolini di Roma con la mostra Gemine Muse, a 27 anni vince il primo Premio Pagine Bianche d’Autore, figura nel libro Fragili eroi di Roberto Gramiccia, sugli artisti italiani del futurismo ad oggi e sul Dizionario dell’Arte Italiana edito da Giancarlo Politi. Per essere stato tra i primissimi artisti ad aver impiegato la sua impronta pittorica ai nuovi materiali e alle recenti tecnologie, viene inviato nel 2012 dall’Accademia di Belle Belle Arti di Macerata a tenere una conferenza dal titolo: L’essenza e il dono. Arte, relazione e condivisione, dalla tela all’iPad. Nello stesso anno con le opere realizzate mediante l’iPad ed applicate su alluminio partecipa al Premio Termoli e di seguito alle storiche rassegne d’arte nazionali: nel 2014 al Premio Sulmona, nel 2015 al Premio Vasto, nel 2018 al Premio Marche. Durante la sua carriera le sue opere sono state poste in dialogo diretto con alcuni maestri dall’arte italiana, quali Mario Schifano, Osvaldo Licini, Lorenzo Lotto e Mario Giacomelli, in mostre intitolate La quarta dimensione. Ha esposto nel 2011 al Padiglione Italia della Biennale di Venezia curato da Vittorio Sgarbi nella sede di Torino e qui con Imago Mundi alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Dal 2013 lavora a Mara as Muse, un progetto composto da dipinti, disegni, fotografie, libri e oggetti d’arte, che tratta del rapporto della presenza femminile nell’ispirazione artistica, la cui trilogia è stata presentata a fine 2017 alla Galleria d’Arte Moderna di Roma. Nel 2015 realizza delle opere in pura seta intitolate Storie di viaggiatori, territori e bandiere che espone come fossero vessilli, la cui performance si tiene nella Pinacoteca civica di Ascoli Piceno e in un happening sulla cima di un’antica torre. Nel mese di maggio esce Planet Aurum il suo primo libro interamente dedicato agli scritti e nello stesso anno la città di Fermo lo invita a dipingere il Palio dell’Assunta collegato alla personale Empireo. Nel 2016 è l’ideatore del festival sul pensiero contemporaneo La Sibilla e i Nuovi Visionari. Nel 2017 è stato in mostra a Venezia e Monaco di Baviera nella collettiva Our place in space promossa da NASA ed Esa che prosegue nel 2018 in un tour mondiale. Nello stesso anno organizza Indipendenti, Ribelli e Mistici, una rassegna di incontri interculturali che ha coinvolto numerosi studiosi provenienti da vari ambiti. Sempre nel 2017 il Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle ha celebrato il quarantennale con la sua mostra personale dal titolo Fly Sky and Air. Nel 2018 inaugura la mostra Lepanto dedicata alla famosa battaglia, nel Museo Diocesano di Gaeta dove è conservato lo stendardo della flotta. Nel maggio 2019 è stato presentato al Museo d’Arte Contemporanea di Roma (MACRO) il quarantesimo libro dedicato al suo lavoro. La sua mostra Underworld dedicata al tema dell’inconscio visto attraverso la metafora delle creature marine, si è conclusa in settembre, mentre è in corso la personale dal titolo Il tempo dei trentasei giusti a Villa Caldogno nel vicentino.